Il Castello Aragonese è uno dei posti più visitati dell’isola D’Ischia.
Appena si arriva a Ischia con le linee marittime, il Castello Aragonese si presenta in tutta la sua bellezza carica di mistero.
Sorge su un isolotto di roccia vulcanica ed è collegato all’isola con un ponte di 220 mt.
Le origini del Castello risalgono a Gerone I, tiranno di Siracusa, che intervenne nel conflitto
tra Tirreni e Cumani.
Questi ultimi a seguito della vittoria diedero in dono l’intera isola al Tiranno siracusano che li aveva aiutati , stabilendo così un primo insediamento nella zona dove ora sorge il Castello.
Fu poi la volta dei Romani che nel 315 a.C. conquistarono l’isola e trasformarono il Castello in un fortino difensivo.
Ci furono successivamente le invasioni barbariche, la dominazione normanna e a seguire quella sveva.
Fino a giungere al periodo delle lotte tra Angioini e Aragonesi, che coinvolgono anche le vicende del Castello.
Nel 1423 Alfonso I d’Aragona riconquistail potere e nel 1441 modifica la struttura del Castello
che è quella attuale e che si ispira dichiaratamente alla costruzione del Maschio Angioino di Napoli.
In questo periodo il Castello non ha più solo una funzione difensiva, ma apre le sue porte
per accogliere la corte e diventare una vera e propria residenza reale.
Il Castello Aragonese, nel 1509 , viene scelto da Vittoria Colonna per le nozze con Ferrante d’Avalos, marchese di Pescara.
Con la dominazione spagnola ed austriaca il Castello progressivamente si spopola e si giunge al
18° secolo, quando ormai è adibito solo a carcere politico.
Con la successiva unità d’Italia, il territorio in cui sorge il Castello entrerà a far parte del suolo pubblico del nuovo Regno d’Italia.
La vera fortuna contemporanea del Castello ha inizio quando nel 1912 un avvocato ischitano,
Nicola Ernesto Mattera, acquista all’asta il Castello e ne fa la propria dimora,
avviando una lenta e graduale opera di restauro.
Nel 1967 il Castello fu dichiarato dallo Stato italiano suolo non edificabile perché monumento nazionale.
Il Castello è tutt’oggi un monumento nazionale autofinanziantesi tramite il costo del biglietto d’ingresso e senza ricorrere a finanziamenti pubblici.
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